lunedì 16 dicembre 2013

Uno schiaffo

.E' inizio settembre, la calda stagione del divertimento sta quasi per vedere la sua fine, ma, se giocata bene, un ultimo, emozionante, colpo di reni lo può ancora regalare.
Ragazze facili sculettano gloriose per il centro, pronte a svendere cosce nude, esposte al vento, lunghe o grasse che siano. L'odore di un febbricitante autunno, che vuole incominciare ad affacciarsi, si mostra, di tanto in tanto, con una folata di vento più fresca; così le ragazze percepiscono che l'estate è agli sgoccioli e affrettano la loro peculiare raccolta. C'è chi è più brava e il punteggio massimo lo ha già raggiunto. Le più timide sono rimaste indietro.
<<A te chi manca ancora?>> Chiede una, confrontando con l'amica l'album di preservativi usati che ha conservato con perizia.
<<Questo è di Giorgio, quello della 5C che ora entra all'Università.
Poi ho Davide, lo vedi? E' questo preservativo fruttato, sai, lui è così Indie.
Però – noti questo spazio vuoto? – questo era riservato a Luca. Ma non me l'ha ancora appoggiato, col fatto che ora si è fidanzato, sai...>>
<<Capisco, dai che troviamo un sostituto.>>

Le gare dell'amore, la gioia dello scopare.

Sole, Mare e Gioventù truccata male.

Posteggio il motorino, le cosce appiccicate alla plastica del sellino che, lentamente, si staccano con un suo viscido, mi fa sentire ancora più sudata e a disagio con me stessa.
Mentro salgo le scale un pessimo incrocio tra una pantegana e un cane mi viene incontro, scodinzolando. La mia sensazione di nausea sale.
Stranamente, però, quest'oggi, non ci sarebbe motivo alcuno per cui debba essere triste; una classica giornata estiva tra amici, tuffi e giochi serali, in un gruppo unito.
Solita giornata felice. Soliti scherzi tra noi. Soliti amici. Soliti. La noia fritta in salsa di monotonia, alla lunga.

Salgo nella zona letto, immersa nella notte fonda. E la malinconia sale con me. Un senso di oppressione e stanchezza. Voglia di cambiare tutto in un istante, di dare una svolta a questi giorni e il terrore di non poterlo fare perchè, oramai, si è alla fine dell'estate. E con essa sta finendo tutto.

Mi metto a piangere disperata, senza un apparente motivo logico.
Prendo una penna e incomincio a scrivere, affranta, vaghi pensieri confusi.
<<Tra pochi giorni, 6, per la precisione, compirò 18 anni. Avrò raggiunto la maggior età, con essa sarò giunta al termine della mia giovinezza. Ho vissuto senza essermene accorta. Alla fine sono ancora qui, inchiodata in un posto di merda, a fare cose di merda, in una vita di merda. La mia vita, il culmine che poteva raggiungere l'ha già raggiunto, ma ero impegnata a guardare altrove>>
La mia mano scorre veloce su questo foglio bianco, presa da convulsioni angoscianti che mi esplodono da dentro. Ogni parola di sconforto che scrivo , più la imprimo in questo quaderno a quadretti, più mi sembra reale, convincente. Allora continuo, presa da un raptus di verità, in cui mi rendo conto di aver perso la gioventù.
Piango i miei giorni migliori che non ho mai vissuto, perché mi sono resa colpevole di non aver dato loro ossigeno. Piango e sono vittima di me stessa.

*Zot* Un rumore fulmineo colpisce l'interno della mia stanza.
Smetto di piangere, non capendo bene cosa sia successo, continuo a singhiozzare sommessamente, impaurita e turbata
, fino a che sento una mano che si posa sulla mia spalla.

Mi giro e nella penombra vedo una figura familiare.
<<Chi diavolo sei?>> Chiedo, indispettita.
<<Sono Federica. Sono venuta per parlarti>>
<<Cioè, sei me?>>
<<Si. Sono te tra 6 anni.>>
<<Ma hai più tette!>> Dico, toccandomi le zinne con stupore e fissando le sue.
<<Si, gli ormoni e il tempo, son venute più grosse, come vedi. Ti piacciono?>> Chiede, con una punta di soddisfazione, soppesandole con cura.
<<Sono venuta- dice, sedendosi sul letto, fissandomi negli occhi- per dirti che, sinceramente, non capisci proprio un cazzo.>>
Mi asciugo i rimasugli di lacrime sull'angolo dell'occhio e sbuffo <<Ma che dici? E poi allora vuol dire che anche tu non capisci un cazzo!>>
<<No, vedi. C'è una sostanziale differenza. Vedi, io sono diventata una cazzona, certo, ma per adesso nessuno è ancora venuto dal futuro a darmi che non capisco un cazzo, al limite giungerà per darmi dell'inconcludente, cinica e malvagia. Ma non per dirmi che non capisco un cazzo. Tu, invece, amica mia, sei proprio la classica testa di fava.>>
<<E perchè?>>
<<Perché, dopo aver passato una giornata fantastica come questa, devi trovare il modo per rovinare tutto, facendoti seghe mentali, sterili, per altro, che ti portano a piangere come una inutile ragazzina cui è stato fregato sotto il naso l'ultimo singolo di Justin Bieber.>> -  <<E chi è Justin Bieber? >> - <<Lascia Perdere, è un bene che ancora tu non sappia chi sia, mi fa sperare sul fatto che puoi ancora salvarti e diventare una fantastica persona.>>
<<E lo diventerò?>> - <<Mh-No. Continuerai ad essere una demente di prima categoria, però avrai un certo stile nell'esserlo.>>
<<Ma come faccio a smettere di piangere? Odio tutti, Piombino fa schifo, sono stata sgravata in un buco pieno di persone insulse, la scuola è pessima e i professori sono degli incompetenti.>>
Scoppia in una colossale risata, mi giro intorno, nessuno nella casa pare si sia ancora accorto della presenza di un'Estranea, e incomincio a supporre che sia tutto frutto della mia mente spossata.
<<Ascolta. Queste cose le continuerai a pensare fino a quando avrai vita, credo, oramai. Accettale, disprezza tutti, ma con il sorriso, che tra 2 anni sarai all'università e festa finita.>>
<<Due anni? Ma io sto per incominciare la 5°. Un anno, quindi!>>
<<Ehm... Si, certo, un anno.>>

Ho ancora un tremito che mi turba, verticalmente, misto a singhiozzi repressi e malessere interiore, sento di aver vissuto chiaramente una vita di merda, fino ad adesso, ma come riuscire a farlo capire a 'sta tipa che, ora, fa la splendida?

<<Ma poi mi sento già vecchia. Ti rendi conto? Ho già 18 anni, la mia vita mi sta sfuggendo tra le dita e io non la fermo. Non sono ancora niente. Sono sola, abbandonata e incapace; con Pietro*Daremo alla suddetta cotta un nome di fantasia, come fanno i giornali quando muore una minorenne* le cose non sono andate bene e io sono ancora innamorata e poi...>>
*Sbam* uno schiaffo violento mi percuote il volto.
 <<Ma che cazzo fai, STRONZA?>>
<<Stronza? RINGRAZIAMI, DECEREBRATA. Hai 18 anni, minchia. Vecchia? Ma sai una sega te.>>
Cerca di darmi un altro schiaffo. Lo sento arrivare, alza la mano con un ghigno spietato, mi scanso in tempo, dicendo <<Ma stai calma! E poi tu non ti ricordi bene i drammi esistenziali-adolescienziali perchè non li stai vivendo da vicino, per te sono un ricordo lontano, invece io sono ancora nella merda fino al collo.>>

Sta diventando sempre più collerica, glielo leggo nel rossore del volto che mi guarda incattivito. Mi punta un dito contro :<<Ora lo scandirò bene: TU. NON. SEI. VECCHIA. Questa estate è stata bella e quando la ricorderai, tra qualche anno, riprenderai le foto in mano dicendo -Perchè non me lo sono fatto buttare da questo che me lo voleva dare come se non fosse suo?-
Ti sei presa una cotta per 'sto tipo per cui ti assicuro, tra qualche anno non te ne fotterà meno di zero. E NON SEI INNAMORATA. E non stai soffrendo. E' solo una bizza isterica di ormoni in quanto vuoi sganciare una verginità che ti sta scomoda,
quindi smettila di scrivere minchiate su un tipo che manco te s'incula, inoltre tra non molto arriverà davvero chi ti farà innamorare e quella sarà un'altra storia. Chiaro?>>
I suoi occhi si illuminano speranzosi : <<Davvero? E chi è lo conosco? Giovanni mi dice che la persona giusta è dietro l'angolo, sai, lo dice sempre. E con 'sto tipo ci stai ancora?>> La sua voce si trasforma in un grido di gioia.
<<Ecco, dì a 'sto Giovanni di stare nel suo. Il punto non è se ci sto ancora o non ci sto ancora. Il punto è che sei una bimbaminkia del cazzo che ha sfracassato le palle con tutte 'ste manfrine sullo stare male e sul 'tutti-mi-odiano-e-il-mondo-fa-schifo'. Hai ragione, il mondo è pessimo, ma, per piacere, cresci e vedi di non farmi vergognare di essere stata te, nel passato.>>


Si alza, facendo per andarsene. Poi si gira, guarda quella ragazzetta con ancora gli occhi arrossati, che la fissa spaurita e :<<A parte questo, devo dire che a differenza di tutte quelle altre troiette, stai mantendo un minimo di dignità intellettiva.>>

Sta per svanire nell'aere, così come è venuta, dal futuro -o dai fantasmi di un folle mente che ha le proprie  porte spalancate verso l'oscuro- quando alla bimbaminkia le viene in mente una curiosità da chiedere: <<A
SPETTA! Un'ultima cosa.>>
Il fantasma si gira, lentamente: <<Dimmi.>>
<<Ma, alla fine, ti sei laureata?>>

Solo un lampo d'odio sfavillò da quello sguardo ambiguo e truce. Poi il nulla.


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