lunedì 14 aprile 2014

Coito ergo sum

Ci sono dei giorni in cui la musica non basta mai; non basta mai e non è sufficiente.
Non c'è un pezzo che ti descriva, non c'è una melodia che sia quella giusta.
Non è il blues, quello risolutivo, né il jazz; Dylan non arriva fino all'osso, Cohen ci arriva fin troppo e scava, fa male.
Vuoi solo qualcosa che ti tranquillizzi ma che ti faccia riflettere, che scuota.

Il suono della mia voce mi infastidisce, quella degli altri mi irrita più che mai.

Alla fine, nella perenne indecisione musicale, punto su Cohen, come sempre.

I nervi si quietano; i tic smettono di cadenzare il tempo con così imbarazzante frequenza; il battito rallenta.

Rimane, imperterrita, però, questa costante sensazione di nausea pervadente. Non è curabile con un semplice Plasil, così come il tamburellare delle tempie non passerà rimanendo sdraita su questo letto, in posizione fetale, al buio, nel silenzio dei propri pensieri.

Cohen, con la sua voce graffiante e grave mi coccola e rimprovera, la sua musica mi fa piangere, istintivamente. Mi parla delle mie inconcludenze e delle mie insicurezze. Lo specchio è troppo lontano, ma ci intravedo, riflesso, un esserino ranicchiato e sofferente. Gli chiedo cosa ha da rimproverarsi, ma sento che, replicando, mi sputa addosso, con rabbia e disperazione, troppe cose, troppi argomenti, infinite diatribe partorite da un cervello che lavora con labirintica ingegnosità.

Alza la testa, adesso, quel groviglio di carni, coperte e lacrime, e mi guarda.
Che c'è? Che vuoi da me?
Mi risponde con un singulto, non più capace di argomentarmi con sufficiente cognizione cosa lo crucci. Sono convinta che se gli dessi la possibilità di scomporsi in infiniti tasselli di puzzle, dandogli arbitrio di cambiamento, il risultato sarebbe l'autodistruzione, lo smembramento del puzzle stesso.
Ogni tassello sarebbe destinato ad essere sostituito, finendo, però, anch'esso per non soddisfare a pieno le aspettative.



Stupido essere piangente e inutile, chi sei?

"Sono solo il risultato di un coito fortunato."

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