giovedì 19 settembre 2013

Negozi di cosmesi. Breve esperienza di sopravvivenza urbana.

Entrare in un negozio di cosmesi è sempre un momento drammatico.
Ci sono delle volte in cui sai già cosa andrai a comprare, punti all'obiettivo, scegli e ti muovi verso la cassa senza indugi. Ma come in una battaglia, così ogni negozio si può trasformare facilmente in un campo minato.
Già nell'istante in cui ti avvicini allo scaffale dello smalto, ovvero del mascara o qual si voglia articolo, della tal x o tal y marca, capisci che la tua strada è in salita: il Velociraptor (altresì chiamata commessa) si avvicinerà con fare famelico mostrandoti l'ultima innovazione del marcato, sventolando come stendardo il motto: “Perché anche la bellezza può fare passi da gigante”, non tenendo di conto che potresti ritenerti offesa dalla frase appena pronunciata, che aveva tutto il suono di “avresti bisogno di un restauro”.
Il cliente che sa quello che vuole, però, riesce a superare il primo predatore che gli sbarra la strada; accenna un sorriso e alza la mano destra in segno di diniego, capisce che il nemico non è stato addestrato a sufficienza, una semplice scrollata di capo, benché energica, basterà per continuare il suo cammino verso la libertà.
La prossima tappa dovrebbe essere anche l'ultima: la cassa. Dalla sua ha la consapevolezza che non gli serve altro se non quello smalto che stringe tra le mani; nonostante ciò il cliente selvatico deve muoversi con circospezione in quel luogo di perdizione.  
Quelle decine di metri che lo separano dalla meta sono interminabili; il campo è libero, i Velociraptor hanno trovato carcasse di clienti a cui appioppare i loro lunghi sermoni sulla miracolosità di questa o quella crema; può muoversi a passo felpato senza essere visto, mimetizzandosi abilmente; ma il caleidoscopio di colori e profumi agiscono subdoli, intorpidendo la mente.
Così, in men che non si dica, si ritrova davanti alla postazione degli ombretti colorati, ad accarezzare il vuoto delle sfumature al di là dei coperchi trasparenti, con sguardo vitreo e vacuo, con la bocca semi aperta, attratto visceralmente da tutti quei colori. Tutti. Poi * clop * ecco che una sinapsi si riattiva e la luce negli occhi si rifà lucida e cosciente. Si guarda intorno e si rende conto che di tutti quei colori non saprebbe mai quale le starebbe bene, che non si sa truccare, ma , soprattutto, CHE LEI ERA VENUTA SOLO PER UNO SMALTO. 
Si riattiva, sconvolta ed arrabbiata con se stessa per aver ceduto alla seduzione; schiva altre carcasse di clienti che , come lei poco prima, ammaliati, guardano creme idratanti dai profumi esotici senza avere piena padronanza di sé stessi.
Finalmente è in fila. Guarda per terra, in attesa del pagamento, cosciente che ogni sguardo rivolto a ciò che la circonda potrebbe esserle fatale. E' serena per essere riuscita a trovarsi in mano con SOLO quello smalto rinforzante per unghie. Quello ha in mano, niente di più. Ma respira profondamente, perchè sa che il peggio deve ancora arrivare.
 LUI, il Boss finale, il Velociraptor che è alla cassa e che proverà a infliggerle il colpo di grazia ad un passo dalla libertà.
La povera vittima le presenta il prodotto, e ,nel momento in cui le porge la mano, la bestia immonda gliela afferra, tira fuori una salvietta dalla dubbia utilità e incomincia ad urlare con suoni gutturali che assomigliano vagamente a un “Scrub per il corpo” , “pelle liscia”, “costa poco” , “compra” ed ancora “COMPRA”.  
Il cliente preso alla sprovvista rimane per un attimo inerme, poi ritrae la mano, con non poco sforzo, dalla stretta ferrea e con voce ferma le dice: “NO, io voglio solo uno smalto”. Cerca di scandire bene, e di usare una frase che si presti poco ai fraintendimenti, vuole che il concetto sia chiaro e conciso. Con questi essere sub-umani  la gentilezza o il garbo contano poco; deve respingere con convinzione le avance di una fantomatica vita migliore “Se tu ti purificassi la pelle dalle imperfezioni”.
Alché tu non puoi fare altro che alzare la frangia, o spostare il ciuffo, indicare con violenza la sporgenza piena di pus che stavi celando e dire con orgoglio : “Lo vedi questo bollicino? Mi piace. Lo voglio, lo tengo. Mi piacciono le mie imperfezioni , i miei punti neri, mi rendono speciale”.
Il cliente gliela sputa a denti stretti questa sentenza, ed avrà capito che il Boss finale avrà ceduto alla sconfitta quando finalmente accetterà il suo denaro. Solo quei 2 euro e 50 che erano stati previsti.. Le catene che si spezzano sono già un suono vero e vicino.
Il guerriero/cliente uscirà, si guarderà alle spalle per dare un ultimo sguardo al luogo lugubre dove per 10 minuti ha temuto di non vedere mai più la luce. Si struggerà nel sapere che dentro ancora molti stanno combattendo contro i Velociraptor affamati di soldi, e contro se stessi, vedendo in un trucco il riflesso di una felicità perduta. Si struggerà, ma non potrà fare niente per loro, dovranno uscirne con le loro forze. Si struggerà per loro, ma si allontanerà vittorioso,

Nessun commento:

Posta un commento